Cenni Storici
Il Comune è costituito da due centri abitati, Lavena e Ponte Tresa.
Lavena è il nucleo storico più antico del Comune, probabilmente già esistente prima del X secolo a.C.; di Ponte Tresa si hanno notizie certe a partire dall’anno 875.
Il nome Lavena è certamente di origine preceltica e viene documentato per la prima volta nel 710 in un documento di re Liutprando. Secondo alcuni storiografi locali, "Ven" preceduto da articoli tardo latini significa "canale d'acqua". Qui sorse infatti il primo villaggio probabilmente su terrazzati ed alte palafitte lungo tutto il canale (oggi lo Stretto) abitato da popolazioni ibero-liguri e celtiche.
Le battaglie militari e le lotte religiose nella valle della Tresa fin dal VI secolo d.C., favorirono la costruzione di una roccaforte, che diventerà poi un vero e proprio castello fortificato.
Durante la guerra tra Como e Milano (1118-1127), l’abitato di Lavena venne incendiato dai comaschi con successivo assalto al castello nel 1122; dall’incendio si salvò solo la Chiesa, retta dai Canonici Lateranensi del monastero di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia.
Con la fine della guerra e la ristabilita pace tra le due città, Lavena venne ceduta al Comune di Milano, facendo parte dal punto di vista amministrativo e civile della Pieve della Valtravaglia, ma conservando dal punto di vista religioso l’appartenenza alla Diocesi di Como e alla Pieve di Agno, dalla quale si staccherà nel 1633.
Il nucleo di Lavena è composto da due centri storici: il più antico, località Castello (risalente al XII secolo) e il più recente, località Villa, (risalente alla prima metà del 1700). “Castello” è il nucleo più interessante e arcaico, caratterizzato da un portale d’ingresso su spazio a corte, rimaneggiato negli anni.
La chiesa parrocchiale più antica, il cui impianto a tre navate risale al XVI secolo, è stata abbattuta nel 1960 ed era dedicata ai SS. Pietro e Paolo; della costruzione originaria rimane solo il campanile di impianto tardo-rinascimentale restaurato e rimaneggiato più volte nel corso del XX secolo.
La chiesa attuale, originariamente un Oratorio, luogo sacro per il culto e la preghiera, è stata realizzata alla fine del XVII secolo; è dedicata alla beata Vergine della Porta e deve il suo nome alla vicinanza all’unica porta di accesso al borgo.
Il centro abitato di Ponte Tresa ha invece una storia abbastanza recente, anche se la presenza prima di un semplice guado, poi di un ponte di legno, successivamente di un ponte in pietra a 5 arcate, costruito nel 1846 e demolito nel 1963 con la realizzazione dell’attuale viadotto, aperto al transito il 25 novembre 1962, testimonia della presenza di una piccola comunità sulle sponde del fiume Tresa già dal XV secolo.
Il ponte ha sempre avuto infatti un ruolo primario nei collegamenti a sud delle Alpi, oltre a mantenere un forte valore simbolico, socioculturale ed economico, che caratterizza ancora oggi Ponte Tresa.
La prima testimonianza certa concernente per l’appunto il guado della Tresa si ritrova in un passo famoso della “Historia Francorum” di Gregorio di Tours (544-596), dove i Franchi cercarono di raggiungere i Longobardi, stanziati sulle sponde della Tresa, nel 590.
Il primo agglomerato è riconducibile alla seconda metà del XVI secolo, dopo che nel 1513, passato il Ticino sotto il dominio dei Cantoni Elvetici, il villaggio di Ponte Tresa a nord del fiume (l’attuale quartiere del neo-comune di Tresa) si staccò dal territorio lombardo; si trattava per lo più di stalle, rimesse utili ai mercanti lombardi che commerciavano il loro bestiame alla “fiera grossa” di Lugano, transitando per il ponte in legno. Si forma così il primo nucleo abitativo vicino al fiume, riconducibile all’attuale “centro storico" di Ponte Tresa.
Dagli anni ’50 in poi Lavena Ponte Tresa ha conosciuto un notevole sviluppo dovuto ai fenomeni migratori, al frontalierato e ai rapporti commerciali con la Svizzera; considerevole è il movimento turistico di passaggio e di prossimità.
L’incremento demografico del Comune a partire dalla seconda metà del XX secolo è stato rilevante, passando dai 1.300 abitanti registrati nel 1950 agli oltre 5.000 censiti nel 1981. La popolazione attuale ha raggiunto i 6.000 abitanti.
La chiesa parrocchiale di Ponte Tresa, sorta per rispondere alle nuove esigenze di una comunità repentinamente in crescita, è intitolata al SS. Crocifisso ed è stata costruita nel 1960; si tratta di una architettura moderna che risente del dibattito preconciliare di quegli anni.
La vicinanza con la Svizzera, come in molti altri comuni di confine, ha dato origine al complesso fenomeno del contrabbando, che ha avuto la sua massima diffusione negli anni Sessanta e nei primi anni Settanta del secolo scorso. Alcuni fatti e aneddoti relativi a quel periodo, sono stati raccontati, tra gli altri, da Sergio Scipioni, autore di storie locali, di cui trovate qui un'intervista inerente a questi avvenimenti.
Per saperne di più:
Mario Frecchiami, Carlo Brasca, “Valganna e Valmarchirolo”, 1982
Gianpiero e Cinzia Buzzi, “Lavena Ponte Tresa: vicende e documenti”, 1990
Carlo Alberto Lotti, “Percorso devozionale Mariano a Lavena-Ponte Tresa”, 1993
Dario Palmisano, Domenico Righetti, “Il ponte sulla Tresa”, 2012
Don Gian Battista Binda, “Al Ponte della Tresa”, 2016
Adelio Galeazzi, “La valle della Tresa nella storia”, 2018
Antonio Sanna, “Testimonianze del Passato” 2019